
Percorriamo i ruderi di Montevago fino all’Azienda Agricola La Chiusa. La visione del terremoto del 1968 è devastante. Saturno è passato di qua smuovendo ogni pietra. Questo viaggio è una lezione: i giovani ci insegnano che il ciclo della vita continua sulla terra. La Chiusa ne è un esempio. Non è l’eredità dei genitori per i loro figli, ma la decisione dei cinque giovani fratelli Ientile – ognuno con un mestiere diverso-con un modo diverso di coltivare la terra. Loro diffondano le radici, riapprendendo con i ritmi della natura. L’azienda produce vino, olio e prodotti tipici siciliani in piccole quantità, ma rigorosi nella qualità. Stefano Ientile mi racconta che il primo vino che hanno prodotto è il bianco Pietragialla, autoctone Catarrato in purezza. Mentre il rosso Tafú, Syrah in purezza, ha una speciale storia di affetto, tanto che il nuovo cucciolo (molto vivace) adottato dalla famiglia si chiama Tafú. Gli sforzi sono premiati. Qui si coltiva la memoria, non come nostalgia malinconica del passato, ma come seme di vita.
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