
Menfi è il mal d’Africa senza mai essere stati in Africa. Lo intuisci dalla luce, dai 40 gradi senza quella sensazione appiccicosa , dalle agavi altissime, dal mare che di fronte non ha nulla. Da Marilena Barbera che a volte è pigmeo a volte vatusso. Vignaiola scricciolo e pure potente e dai vini che sanno di sale. La cantina è un cubo bianco che dirada verso la costa di Porto Palo e c’è una delle luci più belle mai viste in una sala di degustazione. Se non è in giro per il mondo, la trovi arrampicata sui tini, a sbrogliare tubi, a far vendemmia. “Ti va di assaggiare lo zibibbo?” Con lei si fa alla “francese”, zero formalità e si scende in barricaia con il ladro a spillare il vino dal legno. “È buono Mari” le dico “e vedrai l’alicante” risponde lei pensando al vino che verrà . Nel vigneto poco lontano dal fiume Belice si raccolgono le uve di Cabernet Sauvignon. Curvi tra i tralci c’è la madre, Maria Rita e Calogero, il vendemmiatore in camicia e maniche lunghe. Una due volte l’anno il fiume straripa e inonda il vigneto La Vota. Le piante vanno come in apnea e man mano che l’acqua defluisce, il limo, che rimane, diventa linfa.